La vicenda di Antonella, sbattuta fuori di casa da leggi assurde e metodologie agghiaccianti, rivela uno spaccato che, per comodità, si finge di ignorare.
L’ipocrisia dei più trascura il dramma che colpisce chi, vittima spesso incolpevole, soccombe a regole scritte da delinquenti che muovono le leve del potere. Un Decreto Legge del 2016, voluto quindi da un Governo che vanta attenzione per i deboli e nasconde dietro l’appartenenza “alla sinistra” la sudditanza verso le banche e gli avvoltoi, è stato ciliegina sulla torta per chi, spesso per abitudine, lucra sulle altrui disgrazie. L’acquisto di beni alle aste immobiliari è facilitato fino all’inverosimile, per chi abbia pelo sullo stomaco e cuore di pietra. C’è stato qualche caso di persona privata dei suoi beni, che abbia “fatto visita” ai predatori, ma la cronaca preferisce ignorare questi episodi, conscia che l’umore della gente condannerebbe chi, con le tasche piene non sempre per guadagni onesti, invece di lavorare si limita a frequentare le aule di tribunale (sezione vendite immobiliari). Grazie alle nuove norme, il valore di un bene viene diminuito velocemente, senza alcun tentativo a favore di chi, legittimo proprietario, può aver avuto problemi (spesso a causa di inadempienze da parte di enti pubblici). A quel punto interviene chi può adoperare somme con disinvoltura, senza alcuno dei controlli che magari hanno determinato il dramma iniziale, e fa man bassa; non mancano, spesso, complicità e noncuranza. Antonella potrebbe essere l’emblema di un fenomeno tanto drammatico quanto nascosto, palesemente occultato. Potrebbe essere lei, giovane mamma a rischio di tutto, ad aver sollevato il coperchio dal Vaso di Pandora delle nostre coscienze. La politica? Come votare qualsiasi di lor signori i quali, una volta assurti al soglio romano, dimenticano la normalità vendendo anima e corpo ai predatori in giacca e cravatta? Per chi acquista i beni degli sfortunati, della povera gente, una sola parola: vergogna!